Aldo Spoldi – La Guerra dei Mondi

th3catcherinth3rye avatar

•”Vivere è il carnevale dell Essere”(Alfred Jarry, 1894)
•”Il gioco non è essere moderni e conservatori, serve essere entrambi in contemporanea, essere nuovi e essere vecchi e nuovi” (Douglas Davis, 1979)
•”Sensazione di vivere in contemporanea in più tempi e storie parallele”(Barilli, 1980)
•”Sympathia”(Alinovi in The Italian Wave)

Il 12 Aprile c’è stata l’inaugurazione della mostra di Aldo Spoldi presso la Fondazione Stelline a Milano intitolata La Guerra dei Mondi a cura di Alberto Fiz. La mostra è visitabile fino al 21 Maggio.

Ma chi è Aldo Spoldi?

Per rispondere al quesito posto da Perretta ne Il Bestiario della Scacchiera ( La Sfida), Aldo Spoldi è in contemporanea postmoderno e neomoderno, ha due teste. Il suo universo a cui in questo testo andiamo incontro nasce dalla Grande Madre Fantasia, serie di cortocircuiti temporali, concettuali e spaziali.
La narrazione è duplice e gira, gira come un carillon, facendo venire i capogiri allo spettatore, scaraventandolo nel vorticoso racconto. Il linguaggio è duplice, colto e naif, serio e giocoso, racconta duplice storia: quella del Bello e quella del Mondo.
Prima dell’inizio dello Spettacolo troviamo i dodici Marchi, simboli e segni di dodici Mondi: sono il libretto d’opera visivo che ci trascina e invita a entrare in scena.
La tenda del sipario si alza grazie all’astuto meccanismo di Tempeste d’Amore: La chiave di Rika Akahori, simbolo de La duplice Verità.

Ora qui abbiamo un piccolo quesito psicologico. Sulla nostra destra troviamo un testo con un lilipuziano messaggero coi pattini (ci sembra fuggito via dal Teatro kafkiano)che ci indica il verso di lettura da scegliere. Ma noi decidiamo invece di seguire il lato destro dove l’astuta chiave indicava.
Subito di fronte troviamo due Giganti.

Il tuttotondo sagomato del Cielo Stellato kantiano è attaccato dalla gigante Cristina Blu con la sua pistola giocattolo e fa nascere il lilipuziano Mondo Nuovo, fuggito via dal fotogramma e rifugiatosi nello Studio adiacente alla fertile Terra Vascavolano. Sul lato sinistro da contrappunto funge un altro Gigante: l’Arlecchino pittore Spadaccino, che non è altro che Andrea Bortolon fuggito fuori dai bordi del quadro “Buongiorno Sig. Spoldi” e tiene sotto attacco la storia del Bello con il suo pennello spada.
Curioso è il fatto che l’intimo di entrambi i giganti condivide la stessa data di nascita: il 1996.

L’operare di Aldo Spoldi è duplice, da un lato ha la testa nella società e nei suoi cambiamenti, che spesso precede grazie ad un minuto e preciso spirito di osservazione, dall’altro, ha la testa nell’Arte e nella sua storia.

Sembra che le epoche giochino a pallone e se lo rilancino di continuo, gettando lo spettatore in una serie di rimandi giocosi da far venire i capogiri. Abbiamo Duchamp, Fontana, David che rivivono nelle sfide lanciate.
Se infatti fossimo entrati a destra saremmo per prima andati incontro ad un frammento della storia artistica di Aldo Spoldi: il giovane Vigile Pittore col pennello in mano che dipinge i quadrati della scacchiera di La Sfida.

Il riferimento è ai lavori pittorici del 68, che stanno sul retro del sipario, aprendo e chiudendo il girotondo.

Tali quadri ricostruiscono il supporto pittorico, dopo il taglio di Fontana, e rappresentano il Pittore da molteplici prospettive. Sulla destra è osservato e studiato mentre la geometria lo perimetra e compaiono le caselle scacchistiche. Sulla sinistra con tavolozza e pennello in mano siede su una sedia.
-“La sedia serve anche per sedersi mentre si ascolta un nuovo racconto”- sembra dire a Kosuth il Pittore sessantottino.
Tornando al dipinto del giovane Vigile si tratta di sfida ad uno dei duellanti preferiti di Aldo Spoldi: Marcel Duchamp. Le caselle della concettuale scacchiera sono invase dalla colorata Cristina, che sventola la bandiera della conquista del palpitante cuore del Re degli Scacchi, per rapirlo nella concreta Terra Vascavolano e la giocosa Accademia dello Scivolo
Tutto il racconto compone una sinfonia visiva a colori, un’opera lirica di immagini. Una specie di immaginaria musica gioiosa accompagna le brillanti immagini, facendoli saltellare.

Al centro dei due muri laterali troviamo in alto a destra il quadro emblematico e complesso de Il Mondo Nuovo che ne mostra i frammenti di tutti i protagonisti; dall’altro, l’ Angelo Collezionista, opera risalente ai tempi della Banca di Oklahoma, a metà strada tra la scultura e la pittura, una specie di bassorilievo postmoderno che sta sopra la Banda del Marameo mostrandone l’evoluzione in Banca di Oklahoma

Consigliamo di andare a visitarla.

P. S. Le fotografie sono state prese dai social, non sono di nostra proprietà, e sono usate unicamente a scopo esemplificativo del testo. Ringraziamo tutti quelli che ne sono gli autori.

Studio Jouissance

#2024 #albertofiz #aldospoldi #biancapilat #emiliotadini #fondazionestelline #gillodorfles #laguerradeimondi #lasfida #lorenzobruni #metlevi #mostre #patafisica #torino #viaggiandooltreilperimetrodellimmagine


Leave a comment

Design a site like this with WordPress.com
Get started